Il Museo della Vite e del Vino, inaugurato nel 1999 all’interno di alcuni ambienti del Palazzo comunale, ha come finalità principale quella di esaltare la qualità del vino prodotto a Carmignano ripercorrendone la storia, le tecniche e gli strumenti di produzione, dal periodo etrusco e romano al Medioevo – quando con l’avvento della mezzadria cambiò il modo di produrre vino – fino ad arrivare ai giorni nostri e all’attuale produzione vinicola di grande qualità.
Si ricorda in proposito che nel 1716 Cosimo III de’ Medici pubblicò il disciplinare di produzione con cui nacque la prima “denominazione d’origine controllata” relativa al Chianti, cui seguì subito dopo quella del “Carmignano”. Questo vino, che nel 1975 ottenne la d.o.c. e nel 1990 la d.o.c.g., oggi è un prodotto selezionato che esce in quantità limitata dalle diverse fattorie sparse in un’area non vasta, rappresentate da alcune vetrine all’interno del Museo.
Il museo contiene anche riproduzioni di dipinti (come due opere di Bartolomeo Bimbi conservate nella villa medicea di Poggio a Caiano), documenti (come il bando di Cosimo III), filmati, fotografie (come quelle scattate dall’ etnologo svizzero Paul Scheurmeier) e postazioni multimediali che permettono di fare ricerca sul tema, con CD che illustrano le tecniche di produzione del vino e, più in generale, il suo percorso dalla campagna (coltivazione della vite, vendemmia, pigiatura, ecc..) alla cantina (conservazione, imbottigliamento, ecc..).
L’ultima stanza del museo conserva una collezione di oltre 800 bottiglie di vino (alcune vecchie anche un secolo) appartenute a Federico Melis, storico dell’economia, e raccolte durante i suoi viaggi in Italia e in Europa.
Non poteva mancare anche un accenno alle altre produzioni tipiche del territorio, anch’esse derivate dalla coltivazione della terra e dalla fatica dell’uomo: i fichi secchi e l’olio.
Attualmente non visibile, in fase di ristrutturazione