Che gli Etruschi coltivassero il fico (Ficus carica) e producessero i fichi secchi è confermato dai ritrovamenti paleobotanici effettuati per esempio nel villaggio del Gran Carro (X-IX secolo a.C.) sul lago di Bolsena, a Blera, a Tarquinia e a Volterra. In questo ultimo centro il rinvenimento di semi di fico, tra le offerte vegetali del santuario dell’ acropoli, ha fatto ipotizzare che la divinità titolare della struttura fosse assimilabile alla Demetra del mondo greco, alla quale si addice il dono del fico. Come riferisce Pausania, infatti, fu proprio Demetra che accolta per la notte dal re Fitalo, dopo aver vagato per la piana di Eleusi alla ricerca della figlia, al momento di ripartire donò al suo ospite “il frutto della tarda estate che il genere umano chiama sacro fico”.
Gli Etruschi dovevano conoscere e consumare anche altri frutti:
– il pero, di cui si hanno rinvenimenti paleobotanici a Blera;
– le ciliegie, introdotte dalla Grecia. Una varietà molto più rossa e gustosa fu importata intorno al I secolo a.C. da un certo Apronius, originario del territorio di Perugia;
– il melograno, specie originaria dell’Asia sud-occidentale, probabilmente introdotta in Etruria tramite Cartagine, da cui il nome Punica granatum. Il più antico ritrovamento proviene dalla tomba A di Casale Marittimo, datata al periodo orientalizzante antico (720- 670 a.C.) Il melograno era espressione di prosperità e di fertilità, ma era connesso anche con il mondo ultraterreno: Persefone, figlia di Zeus e di Demetra, per averne mangiato un chicco fu costretta a trascorrere un terzo di ogni anno nel regno di Ade, signore degli inferi.
– le nocciole, relativamente più diffuse nei contesti archeologici (attestate, per esempio, nella citata tomba A di Casale Marittimo, a Tarquinia e a Blera), molto nutrienti e facilmente conservabili;
– il melone, ritenuto di origine orientale. Semi classificati come pertinenti al melone o al cetriolo sono stati rinvenuti a Tarquinia.
Nota bibliografica
Prodotti della terra. Testimonianze del tempo degli etruschi. Archeologia didattica – Quaderno n. 3, a cura di Annalisa Ansiati e Maria Chiara Bettini.
A.M. Esposito, Principi guerrieri. La necropoli etrusca di Casale Marittimo, Milano 1999.
P. Giulierini, I piaceri della tavola: il mondo femminile e la cucina, in Larthia. La vita di una donna al tempo degli Etruschi. Atti del convegno, Firenze 2008, p. 27 e ss.